Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità può dichiarare inammissibile il ricorso per cassazione quando il motivo di impugnazione risulta privo dei requisiti di specificità e autosufficienza prescritti dall'art. 581 c.p.p., comma 1, lett. c), in quanto il ricorrente si limita a lamentare l'omessa valutazione di una tesi alternativa a quella accolta dalla sentenza di condanna, senza indicare concrete carenze o illogicità della motivazione, idonee ad incidere negativamente sulla capacità dimostrativa del compendio indiziario posto a fondamento della decisione di merito. L'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude il rilievo della eventuale prescrizione maturata successivamente alla sentenza impugnata. Inoltre, una specifica e dettagliata motivazione in ordine alla quantità di pena irrogata, specie in relazione alle diminuzioni o aumenti per circostanze, è necessaria soltanto se la pena esorbiti dalla misura media edittale, potendo altrimenti essere sufficienti a dare conto dell'impiego dei criteri di cui all'art. 133 c.p. le espressioni del tipo: "pena congrua", "pena equa" o "congruo aumento", come pure il richiamo alla gravità del reato o alla capacità a delinquere.