Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13982 del 14 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:13982PEN

Massima

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Il diritto di critica e di dialettica professionale trova un limite invalicabile nel divieto di compiere azioni volte al discredito e alla sopraffazione della controparte, con l'utilizzo di espressioni gravemente offensive e lesive dell'onore e del prestigio altrui, che esulano dalla mera critica e integrano il reato di diffamazione. Il giudice, nel valutare la condotta dell'imputato, deve tenere conto della natura e delle ragioni della contrapposizione creatasi, nonché delle peculiarità della vicenda, della posizione dell'imputato e del suo pregresso comportamento, al fine di determinare la proporzionalità della sanzione. Tuttavia, l'onere di specificità dei motivi di impugnazione richiede che l'appellante enunci e argomenti puntualmente i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento della decisione impugnata, senza poter far valere per la prima volta in sede di legittimità censure non prospettate in appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/06/2019 del TRIBUNALE di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SESSA RENATA;
Il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore GIORDANO LUIGI ha concluso chiedendo, come da requisitoria, per rigettarsi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 26 giugno 2019, il Tribunale di Milano ha confermato la sentenza del Giudice di Pace di Milano, emessa)1…

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