La violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, recandosi senza autorizzazione in un comune diverso da quello indicato, integra il reato di cui all'art. 75 della legge n. 1423 del 1956, essendo tale condotta idonea a compromettere le finalità di prevenzione e controllo sottese all'applicazione della misura di prevenzione. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo di fuga o di reiterazione del reato, ai fini della conferma della custodia cautelare in carcere, deve tenere conto della gravità della violazione commessa, della reiterazione della condotta e della personalità del soggetto, nonché dell'esigenza di assicurare l'effettività della misura di prevenzione e di tutelare la collettività dal pericolo di ulteriori reati. La declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione, in assenza di una specifica indicazione dei motivi, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, ai sensi dell'art. 616 c.p.p.