Il pubblico ufficiale che, abusando della propria funzione, pone in essere artifici e raggiri per ottenere indebitamente finanziamenti pubblici, destinandoli al proprio o altrui profitto personale anziché alle finalità dichiarate, commette il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Tale condotta, se realizzata nell'ambito di un'associazione a delinquere finalizzata al compimento di plurimi illeciti, integra altresì il reato di partecipazione ad associazione a delinquere con ruolo di organizzatore e dirigente. In tali casi, la gravità dei fatti, le modalità spregiudicate della condotta e il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, anche in considerazione del perdurante interesse dell'indagato all'attività illecita, giustificano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in quanto l'applicazione di misure meno afflittive risulterebbe inadeguata.