La sanzione disciplinare irrogata al pubblico dipendente deve essere strettamente correlata alle imputazioni formulate in sede di contestazione degli addebiti, nel rispetto del principio di specificità e immutabilità della contestazione, al fine di garantire il diritto di difesa dell'incolpato. Qualora la sanzione si fondi su fatti e circostanze non puntualmente e formalmente contestati, essa risulta illegittima per violazione del diritto di difesa. Inoltre, nell'irrogare la sanzione, l'amministrazione deve tenere conto di tutte le circostanze attenuanti, dei precedenti disciplinari e di servizio del trasgressore, del suo carattere, età, qualifica e anzianità di servizio, sanzionando con maggior rigore le mancanze commesse in servizio o che abbiano prodotto più gravi conseguenze per il servizio, quelle commesse in presenza o in concorso con inferiori o indicanti scarso senso morale e quelle recidive o abituali. La motivazione della sanzione deve essere adeguata e non può limitarsi a un generico richiamo allo stato di servizio e ai precedenti disciplinari, ma deve esplicitare le ragioni per le quali è stata ritenuta proporzionata e congrua rispetto alla condotta contestata.