Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39464 del 3 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39464PEN

Massima

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Il delitto di minaccia di cui all'art. 612 c.p. non richiede che lo stato di intimidazione si verifichi concretamente nella parte offesa, essendo sufficiente la sola attitudine della condotta ad intimorire. La minaccia può essere integrata anche dal riferimento a possibili obiettivi da colpire nell'ambito degli interessi ed affetti del destinatario, in quanto idonea a coartarne la libertà morale. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, il giudice deve valutare l'idoneità intimidatoria della condotta in relazione al concreto contesto di riferimento, senza limitarsi a considerare l'assenza di toni aggressivi o accesi nell'espressione della minaccia. La valutazione deve tenere conto della situazione di conflittualità tra i protagonisti della vicenda, potendo anche una minaccia indiretta, rivolta a un familiare della persona offesa, integrare il delitto di minaccia per la sua attitudine a turbare psichicamente il destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. TUDINO Alessandrin - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI NAPOLI;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/03/2016 del GIUDICE DI PACE di CARINOLA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa SCORDAMAGLIA IRENE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. PERELLI SIMONE;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con …

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