Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24387 del 8 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24387PEN

Massima

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La circostanza attenuante della provocazione di cui all'art. 62, n. 2, c.p. può essere esclusa solo quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso sia talmente grave e macroscopica da escludere lo stato d'ira o il nesso causale tra il fatto ingiusto e l'ira. Tuttavia, l'accettazione o il portare una sfida per la risoluzione di una contesa o per dare sfogo a un risentimento, pur essendo occasionata da un precedente fatto dell'avversario, impedisce l'applicazione di tale circostanza attenuante in ragione dell'illiceità del comportamento di sfida. Inoltre, ai fini dell'applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 5, c.p., non è sufficiente che la persona offesa abbia contribuito con la sua condotta alla causazione dell'evento, ma è necessario che abbia voluto lo stesso evento avuto di mira dall'agente, ovvero il proprio ferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 205/2013 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 27/09/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LA POSTA LUCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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