Il provvedimento di chiusura di un esercizio commerciale di somministrazione di alimenti e bevande, adottato a seguito dell'accertamento di un'occupazione abusiva di suolo pubblico, non può estendersi all'intera attività commerciale, ma deve limitarsi alla sola attività di somministrazione, senza incidere sulle altre attività svolte nel medesimo locale, come la vendita di tabacchi e generi di monopolio. L'Amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento di chiusura, indicando specificamente i presupposti di fatto e di diritto che lo giustificano, senza omettere circostanze rilevanti emerse nel corso dell'istruttoria, come le ragioni addotte dal titolare dell'esercizio a giustificazione dell'occupazione del suolo pubblico. Inoltre, l'Amministrazione deve accertare la contestualità, sia temporale che spaziale, tra l'illecito riscontrato e la relativa contestazione, al fine di evitare l'adozione di provvedimenti privi di presupposti. In caso di sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, con compensazione delle spese di giudizio tra le parti, in considerazione del particolare andamento del processo.