Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33903 del 6 agosto 2004

ECLI:IT:CASS:2004:33903PEN

Massima

Massima ufficiale
In tema di misure cautelari personali, e con riferimento alla condizione costituita dall'esistenza di gravi indizi di colpevolezza, deve ritenersi che l'inserimento del comma primo bis nel corpo dell'art. 273 cod. proc. pen. abbia avuto il solo effetto di render chiaro che, nel caso di dichiarazioni rese da soggetti ricompresi nell'ambito dell'art. 210 cod. proc. pen. (imputati dello stesso reato ovvero di reati connessi o interprobatoriamente collegati), la loro valutazione, diversamente da quanto affermato in passato da taluni arresti giurisprudenziali, dev'essere effettuata "unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità", senza che però ciò comporti la necessità che tali elementi siano costituiti da riscontri "individualizzanti", cioè specificamente riferibili alla posizione del soggetto destinatario della misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE QUINTA SEZIONE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.: Dott. BRUNO FOSCARINI - PRESIDENTE Dott. ANDREA COLONNESE - CONSIGLIERE Dott. GIUSEPPE SICA - CONSIGLIERE Dott. MARIO ROTELLA - CONSIGLIERE Dott. ANIELLO NAPPI - CONSIGLIERE ha pronunciato la seguente SENTENZA / ORDINANZA sul ricorso proposto da: 1) Gi. Pa. Zi. avverso ORDINANZA del 19/01/2004 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA sentita la relazione fatta dal Consigliere SICA lette / sentite le conclusioni del P.G. Dr. Giuseppe Febbraro che ha chiesto il rigetto. Udito il difensore Avv. Ma. Di. RITENUTO IN FATTO Il tribunale di Bologna, con ordinanza 19/1/200 rigettava l'istanza di riesame proposta da Gi. Pa. Zi., avverso il provvedimento del GIP di Parma in data 30/12/2003, con il quale era stata disposta la custodia cautelare in carcere nei suoi confronti, quale indagato in ordine …

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