Il reato di minaccia grave di cui all'art. 612 c.p. è un reato di pericolo, per la cui configurazione non è necessario che il soggetto passivo si sia effettivamente sentito intimidito, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima. L'eventuale atteggiamento minaccioso o provocatorio della persona offesa non esclude la sussistenza del reato, ma può eventualmente costituire una circostanza che ne diminuisca la gravità. Ai fini della concessione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p., il giudice deve valutare la gravità della minaccia e il complessivo contesto in cui è maturata la vicenda. Quando le circostanze attenuanti generiche elidono la portata della circostanza aggravante quoad poenam, trova applicazione il più mite regime sanzionatorio previsto dal primo comma dell'art. 612 c.p., che prevede la sola pena della multa.