Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34586 del 3 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:34586PEN

Massima

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Il comportamento ingiurioso e minaccioso nei confronti di una persona, anche se commesso in un contesto di relazioni personali, integra il reato di ingiuria e minaccia, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mera allegazione di una presunta provocazione da parte della persona offesa. Il giudice, nel valutare la credibilità della testimonianza della parte offesa e l'attendibilità delle sue dichiarazioni in merito agli episodi di ingiuria e minaccia subiti, non è tenuto a motivare specificamente in ordine all'inesistenza di una provocazione, essendo sufficiente che dalla complessiva valutazione degli elementi di prova emerga la responsabilità dell'imputato per i reati contestati. La condanna dell'imputato per tali reati, pertanto, è legittima anche in assenza di una puntuale confutazione della prospettata provocazione, qualora il giudice abbia adeguatamente motivato in ordine alla ricostruzione dei fatti e alla credibilità della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto dal:

1) DO. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/03/2007 GIUDICE DI PACE di CALTAGIRONE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VIGLIETTA Gianfranco, che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.- Con sentenza del 13 marzo 2…

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