Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 19187 del 9 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19187PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, deve accertare non solo la gravità indiziaria del reato, ma anche la concretezza e l'attualità del pericolo di recidiva, desumibili da elementi specifici e recenti idonei a dimostrare la persistenza delle condizioni che hanno determinato la condotta criminosa. Il mero titolo del reato e la sua intrinseca gravità non sono sufficienti a giustificare l'applicazione della misura più afflittiva, essendo necessario che il giudice motivi in modo adeguato sulla sussistenza di occasioni prossime e probabili di commissione di nuovi reati della stessa specie, non meramente ipotetiche ed astratte. Qualora tali elementi non emergano, il giudice non può ritenere sussistenti le esigenze cautelari che legittimano l'applicazione della custodia in carcere, dovendo optare per misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, anche con l'ausilio del braccialetto elettronico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. DOVERE Salvator - rel. Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

Dott. TANGA Antonio L. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la ordinanza n. 795/2015 pronunciata dal Tribunale di Messina, sezione per il riesame, del 19/11/2015;
udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOVERE Salvatore;
udite le conclusioni del P.G. Dott. DI NARDO Marilia, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigr…

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