Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48394 del 20 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:48394PEN

Massima

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Il giudice di merito può legittimamente fondare l'affermazione di responsabilità penale sulle dichiarazioni della persona offesa, previa verifica della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, senza necessità di riscontri estrinseci, salvo che la persona offesa si sia costituita parte civile, caso in cui il controllo di attendibilità deve essere particolarmente penetrante per escludere la manipolazione dei contenuti dichiarativi in funzione dell'interesse patrimoniale vantato. La distinzione tra il reato di truffa e quello di estorsione deve essere effettuata valutando la concreta efficacia coercitiva della minaccia, dovendosi ritenere integrato il reato di estorsione quando il male prospettato si presenta irresistibile e coarta la volontà della vittima, mentre si verte nell'ipotesi della truffa quando la minaccia del pericolo irrealizzabile, per la sua intrinseca consistenza, non ha capacità coercitiva, ma si limita ad influire sul processo di formazione della volontà deviandolo attraverso l'induzione in errore. La valutazione della capacità di concreta ed effettiva coazione della minaccia è un'indagine di merito che deve essere effettuata prendendo in esame le circostanze del caso concreto, ovvero sia la violenza oggettiva della minaccia che la sua soggettiva incidenza sulla specifica vittima, senza che rilevi l'effettiva realizzabilità del male prospettato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/03/2017 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. SANDRA RECCHIONE;
sentite le conclusioni del PG Dr. CASELLA GIUSEPPINA che conclude per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanzaro confermava l'applicazione all'indagato della custodia cautelare in carcere per il reato di estorsione aggravata.
2. Avverso tale sentenza proponeva ricorso per cassazi…

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