Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43600 del 14 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:43600PEN

Massima

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Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella determinazione della pena all'interno dei limiti edittali, purché la scelta sia adeguatamente motivata anche attraverso l'utilizzo di espressioni sintetiche come "pena congrua", "pena adeguata" o "pena equa", le quali sono sufficienti a far ritenere che il potere discrezionale non sia degenerato in arbitrio. Pertanto, la riduzione della pena rispetto a quella inflitta in primo grado, se congruamente motivata in relazione alla "reale entità del fatto", non è censurabile in sede di legittimità, tanto più se la pena rimane comunque ben al di sopra del minimo edittale. Il giudice, infatti, nel fissare la pena in misura intermedia tra il minimo e il massimo, non è tenuto a un'analitica indicazione di tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p., essendo sufficiente che dichiari di ritenere adeguata la misura prescelta, così mostrando implicitamente di averli presi in considerazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma, contro la sentenza del 25/01/2016 della Corte di Appello di Roma pronunciata nei confronti di:
(OMISSIS) nata il (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RAGO G.;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. STABILE Carmine, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio;
udi…

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