Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31613 del 27 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31613PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, subisce violenza o minaccia da parte del privato, al fine di impedirne il compimento, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p., salvo che la condotta del privato non rientri nell'ambito di applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 393-bis c.p. (già art. 4 del D.Lgs.Lgt. n. 288 del 1944). Ai fini dell'integrazione di tale causa di giustificazione, non rileva l'eventuale atteggiamento prepotente o eccedente da parte del pubblico ufficiale, essendo necessaria un'attività ingiustamente persecutoria e del tutto sganciata dalle ordinarie modalità di esplicazione dell'azione di controllo e prevenzione demandata agli agenti. La mera pacificazione della situazione al momento dell'intervento degli agenti, così come l'assenza di necessità di intervento sanitario, non sono di per sé sufficienti ad escludere la configurabilità del reato di resistenza, in quanto il momento rilevante ai fini della sussistenza del reato è quello in cui si verifica la violenza o la minaccia diretta ad impedire il compimento dell'atto di ufficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/10/2016 della Corte di appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis))na Giordano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha concluso chiedendo dichiarare l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di Appello di Palermo ha confermato quella…

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