Il Comune, nell'ambito della realizzazione di un piano per gli insediamenti produttivi (PIP), ha il diritto di recuperare dai soggetti assegnatari dei lotti i maggiori costi sostenuti per l'acquisizione delle aree necessarie, in applicazione del principio di copertura o pareggio finanziario sancito dall'art. 35, comma 12, della legge n. 865/1971. Tale principio opera anche nel caso in cui i maggiori costi derivino da un'acquisizione sanante ai sensi dell'art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001, conseguente all'accertamento giurisdizionale dell'illegittimità dell'occupazione dei suoli. Tuttavia, il Comune non può addebitare ai soggetti assegnatari le voci di carattere risarcitorio, come la quota di aumento per la mutata destinazione urbanistica, i danni non patrimoniali, l'indennità per occupazione sine titulo, gli interessi e la rivalutazione monetaria, in quanto estranee al principio di copertura dei costi di acquisizione. Il Comune deve, pertanto, rideterminare il riparto dei maggiori costi sostenuti, limitandosi a recuperare dai singoli assegnatari la quota corrispondente al valore venale attualizzato dei suoli acquisiti, detratto l'importo già versato a tale titolo dai proprietari espropriati.