Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35465 del 23 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35465PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, nonché dalla valutazione della personalità dell'indagato, dei suoi precedenti penali e del suo inserimento in un contesto criminale, senza che sia necessario un automatico riferimento al mero decorso del tempo dalla commissione del reato. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve porre particolare attenzione ai dati riguardanti i precedenti penali del soggetto, stante l'alta significazione, a tale fine, della recidiva nel reato, e deve altresì tenere conto delle specifiche modalità e delle circostanze del fatto. Tali valutazioni di merito, se sorrette da motivazione logica e giuridicamente corretta, sono insindacabili nel giudizio di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, in data 02/11/2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Adriano Iasillo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Mario Fraticelli, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 20/09/2012, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro …

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