Consiglio di Stato sentenza n. 3961 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:3961SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, nell'esercizio della propria funzione di sindacato giurisdizionale sulla legittimità degli atti di pianificazione urbanistica, afferma che l'amministrazione comunale, nell'ambito della propria ampia discrezionalità in materia di governo del territorio, può legittimamente limitare la potenzialità edificatoria di determinate aree, anche in assenza di una loro specifica vocazione naturale, al fine di perseguire superiori esigenze di ordinato sviluppo edilizio e contenimento della pressione turistica, senza che ciò integri profili di illogicità, contraddittorietà o sviamento di potere. Tali scelte, volte a privilegiare la tutela di interessi pubblici generali rispetto a quelli particolari dei singoli proprietari, rientrano nella discrezionalità pianificatoria del Comune, il quale può legittimamente disattendere le indicazioni tecniche espresse dagli organi regionali in sede di approvazione dello strumento urbanistico, in quanto la volontà dell'amministrazione locale prevale su quella regionale in caso di contrasto. Inoltre, il mancato rispetto dei termini previsti dalla legge regionale per l'adeguamento del piano alle proposte di modifica regionali non comporta automaticamente l'introduzione d'ufficio di tali modifiche, essendo necessario che l'amministrazione comunale non abbia manifestato alcuna opposizione. Infine, la mancata ripubblicazione del piano a seguito dell'accoglimento di osservazioni non determina l'illegittimità dello stesso, in assenza di un radicale mutamento dei suoi contenuti rispetto alla versione originaria.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/05/2024

N. 03961/2024REG.PROV.COLL.

N. 01791/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1791 del 2020, proposto da
Roberto Dal Borgo, Andrea Dal Borgo, rappresentati e difesi dagli avvocati Annamaria Tassetto, Mario Ettore Verino e Franco Zambelli, con domicilio eletto presso lo studio del primo in Roma, via Amendola 46;

contro

Comune di Cortina D’Ampezzo, in persona del sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’avvocato Chiara Cacciavillani, con domicilio digitale p.e.c. in registri di giustizia;
Regione Veneto, non costituita in giudizio;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Veneto (sezione prima) n. 958/2019

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