La contraffazione di marchi, anche se realizzata in modo grossolano e riconoscibile ictu oculi, integra il reato di cui all'art. 474 c.p. quando crea l'apparenza di prodotti genuini, rendendo possibile la confusione con i prodotti originali. La contraffazione grossolana, non punibile ai sensi dell'art. 49 c.p., comma 2, prima parte, è soltanto quella imitazione così ostentata e macroscopica, per il grado di incompiutezza, da non poter ingannare alcuno. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di contraffazione, non rileva il grado di raffinatezza della contraffazione, essendo sufficiente che essa sia idonea a trarre in inganno il consumatore medio sulla genuinità del prodotto. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza della contraffazione, deve accertare se l'imitazione sia tale da creare confusione con il prodotto originale, a prescindere dalla riconoscibilità ictu oculi della contraffazione stessa.