Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45913 del 12 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:45913PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato, ai sensi dell'art. 110 c.p., può essere integrato da qualsiasi comportamento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in tutte o alcune delle fasi di ideazione, organizzazione ed esecuzione, alla realizzazione collettiva, anche soltanto mediante il rafforzamento dell'altrui proposito criminoso o l'agevolazione dell'opera dei concorrenti. Pertanto, quando il partecipe, per effetto della sua condotta cosciente idonea a facilitarne l'esecuzione, abbia aumentato la possibilità della produzione del reato, egli risponde non solo degli atti da lui compiuti, ma anche di quelli posti in essere dagli altri, convergenti nell'offesa all'interesse protetto dalla norma incriminatrice. In caso di più reati posti in essere nell'ambito di un unico programma, il concorrente che abbia svolto il compito assegnatogli risponde non solo del reato o dei reati alla cui commissione abbia materialmente partecipato, ma anche di quelli eseguiti dai complici che, a loro volta e nello stesso modo, devono rispondere dei fatti da lui posti in essere. La valutazione della credibilità soggettiva ed oggettiva dei collaboratori di giustizia deve avvenire secondo i criteri elaborati dalla giurisprudenza di legittimità, verificando la sussistenza di tre requisiti: 1) la credibilità soggettiva del dichiarante, valutata alla stregua di elementi personali; 2) l'attendibilità intrinseca del contenuto dichiarativo, desunta da dati quali la spontaneità, la verosimiglianza, la precisione, la completezza della narrazione dei fatti, la concordanza tra le dichiarazioni rese in tempi diversi; 3) la riscontrabilità oggettiva del dichiarante, attraverso elementi di prova o indiziari estrinseci, esterni alla chiamata in correità. Le dichiarazioni accusatorie rese da due collaboranti possono reciprocamente riscontrarsi, a condizione che si proceda alla loro valutazione unitamente agli altri elementi di prova che ne confermino l'attendibilità, in maniera tale che sia verificata la concordanza sul nucleo essenziale del narrato, rimanendo indifferenti eventuali divergenze o discrasie che investano soltanto elementi circostanziali del fatto. Le esigenze cautelari possono essere motivate tenendo conto della natura dell'azione posta in essere, delle specifiche ed allarmanti finalità dell'operato criminale, del coinvolgimento dell'indagato in una grave condotta delinquenziale e del rischio di inquinamento probatorio e di recidivanza, senza che sia necessario un riferimento esplicito all'attualità delle stesse, essendo sufficiente una motivazione logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 590/2019 del Tribunale di Palermo in data 15/04/2019;
Visti gli atti e il ricorso;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MINCHELLA Antonio;
Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona della Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore Avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'Avv. …

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