La revoca dell'autorizzazione amministrativa per l'esercizio di attività commerciale su aree pubbliche è un provvedimento vincolato e dovuto, che opera di diritto nelle ipotesi di decadenza per mancato inizio dell'attività entro il termine di sei mesi dal rilascio del titolo o per inutilizzo del posteggio assegnato per un periodo superiore a tre mesi in un anno solare, senza giustificato motivo. L'Amministrazione, una volta accertati tali presupposti di fatto attraverso un'adeguata attività istruttoria, non ha margini di discrezionalità nell'adottare il provvedimento di revoca, non essendo richiesta alcuna comparazione tra interessi pubblici e privati. Il provvedimento di revoca, pertanto, è legittimo e non può essere sindacato sotto il profilo della violazione dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, essendo l'azione amministrativa vincolata al soddisfacimento dell'esigenza di garantire la effettiva utilizzazione delle unità di vendita nei mercati rionali e la rotazione degli operatori commerciali. La prova testimoniale, pur ammessa nel processo amministrativo di legittimità, costituisce un'extrema ratio per consentire al giudice di formarsi un convincimento sui fatti storici rilevanti ai fini della decisione, e non può essere richiesta quando il quadro probatorio risulta già adeguatamente formato sulla base degli elementi indiziari raccolti dall'Amministrazione in sede istruttoria.