Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36581 del 2 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:36581PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'appartenenza di un soggetto a un'associazione di tipo mafioso può essere provata attraverso il contributo dichiarativo di collaboratori di giustizia, la cui attendibilità sia stata positivamente vagliata in altri procedimenti, i quali attestino il ruolo rivestito dall'indagato all'interno del sodalizio criminoso, anche in qualità di tramite per trasmettere gli ordini del capo detenuto all'esterno. Tali dichiarazioni, unitamente ad altri elementi indiziari come il rinvenimento di armi nella disponibilità del gruppo, possono integrare un quadro probatorio grave e preciso a sostegno dell'ipotesi accusatoria di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, anche per il periodo successivo a un precedente giudicato che aveva diversamente qualificato il medesimo gruppo criminale. Tuttavia, la motivazione del provvedimento cautelare deve essere adeguatamente articolata anche in relazione agli ulteriori reati connessi, come la detenzione e la ricettazione di armi, senza limitarsi a una mera affermazione di sufficienza degli indizi, laddove il giudice per le indagini preliminari avesse già ritenuto insufficienti gli elementi probatori per il delitto di porto abusivo delle medesime armi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19 aprile 2016 del TRIB. LIBERTA' di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. MARINELLI FELICETTA, che conclude per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con ordinanza del 4 marzo 2016 il Tribunale di Catania, sezione per il riesame, confermava l'ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere pronunciata nei confronti di (OM…

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