Il giudice per le indagini preliminari, richiesto dal pubblico ministero dell'emissione di un decreto penale di condanna, non può pronunciare sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. in presenza di lacune investigative su fatti decisivi per l'affermazione della responsabilità dell'imputato, ma deve disporre la restituzione degli atti al pubblico ministero ai sensi dell'art. 459, comma 3, c.p.p., in quanto l'eventuale necessità di approfondimento del quadro probatorio, risolvendosi nella mancanza o nell'insufficienza o nella contraddittorietà della prova per inosservanza del principio di necessaria completezza delle indagini preliminari che regge la fase preparatoria all'esercizio dell'azione penale, preclude necessariamente il proscioglimento nel merito e impone la restituzione degli atti al pubblico ministero. Il giudice del merito non può fondare la ratio decidendi sulla mancanza dell'elemento soggettivo per ignoranza scusabile sulla portata del precetto, quando tale profilo non sia stato adeguatamente accertato nel corso delle indagini preliminari.