Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso proposto da Giovanni Battista Rosato ed Antonella Faiola avverso il diniego di condono edilizio e l'ordine di demolizione di un immobile da essi realizzato senza titolo in un'area soggetta a vincolo paesaggistico e cimiteriale, ha affermato il seguente principio di diritto: La normativa sul condono edilizio di cui alla legge regionale n. 12/2004 attribuisce al Comune la competenza esclusiva per la verifica della sussistenza dei presupposti per la concessione del titolo abilitativo edilizio in sanatoria, nonché dell'assenza di cause ostative previste dalla legge, senza che sia necessaria l'acquisizione di pareri o valutazioni di altri enti. Pertanto, il Comune è legittimato a negare il condono edilizio qualora accerti che l'immobile abusivo non rispetta le prescrizioni urbanistiche ed edilizie vigenti nell'area, come nel caso di un immobile che superi i limiti volumetrici condonabili o che insista su aree soggette a vincoli ostativi alla sanatoria. Tali valutazioni, di natura vincolata, non richiedono una motivazione particolarmente analitica, essendo sufficiente il richiamo alle norme e ai vincoli urbanistici ed edilizi applicabili. L'eventuale incostituzionalità delle norme che disciplinano il condono edilizio non può essere fatta valere in sede di impugnazione del diniego, in quanto la sorte del ricorso è già segnata dall'infondatezza dei motivi dedotti avverso il provvedimento impugnato.