Il provvedimento di revoca (o di diniego di aggiudicazione) di una procedura di gara per l'affidamento di un appalto pubblico è legittimo quando è adeguatamente motivato con l'indicazione di specifiche e concrete ragioni di interesse pubblico, anche se la gara non è stata ancora conclusa con l'aggiudicazione definitiva. Tali ragioni possono consistere sia nell'esigenza di realizzare l'opera con procedure amministrative e tempistiche più snelle previste per gli "eventi celebrativi", sia nell'accertamento che le offerte presentate non siano risultate convenienti o idonee in relazione all'oggetto del contratto. In tali ipotesi, l'amministrazione non è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento di autotutela né a consentire ulteriore partecipazione procedimentale ai concorrenti, in quanto il provvedimento conclusivo non costituisce una revoca in senso proprio, ma l'esito del procedimento di gara ancora in corso. Inoltre, l'eventuale illegittimità dell'inserimento dell'opera tra gli interventi connessi alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia non determina l'illegittimità derivata del provvedimento di diniego di aggiudicazione, qualora quest'ultimo sia comunque sorretto da autonome ragioni di interesse pubblico.