Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39268 del 5 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39268PEN

Massima

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Il rifiuto ingiustificato di prestare il servizio civile da parte di un obiettore di coscienza, pur essendo stato in precedenza ammesso a tale servizio, non integra più il reato previsto dalla legge, in seguito all'entrata in vigore di nuove disposizioni normative che hanno sospeso la chiamata obbligatoria alla leva militare. Pertanto, l'imputato deve essere assolto con la formula "perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato", in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole, in quanto la fattispecie contestata non costituisce più illecito penale. La valutazione delle difficoltà economiche familiari addotte dall'imputato a giustificazione del rifiuto di prestare il servizio civile risulta assorbita dall'accertamento dell'avvenuta depenalizzazione della condotta, non essendo più necessario procedere all'esame di tali circostanze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. DO. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1290/2006 CORTE APPELLO di LECCE, del 13/01/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/10/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv. Lombardi D..

SV…

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