Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20665 del 24 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:20665PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando l'indagato dimostri, attraverso il proprio comportamento e le proprie relazioni, la consapevolezza e la volontà di far parte della consorteria criminale, condividendone le finalità e le logiche operative, anche senza necessariamente svolgere un ruolo apicale o di comando. Ai fini della sussistenza del reato, rileva la conoscenza dell'esistenza storica e dell'attuale operatività del sodalizio mafioso, nonché il contributo, anche occasionale e non continuativo, fornito dall'indagato a vantaggio degli interessi della cosca, in un contesto di perdurante appartenenza e condivisione della subcultura criminale. La configurabilità del delitto di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ex artt. 56, 629 e 416-bis c.p. non richiede necessariamente l'intervento diretto di un esponente di vertice dell'associazione criminale, essendo sufficiente che l'azione delittuosa sia connotata dalla capacità di evocare, per il suo contenuto, la forza intimidatrice e la caratura criminale del gruppo mafioso di riferimento. Inoltre, ai fini della sussistenza dell'aggravante della finalità di agevolare l'associazione mafiosa ex art. 416-bis.1 c.p., contestata in relazione al reato di intestazione fittizia ex art. 512-bis c.p., è sufficiente che il concorrente nel reato sia consapevole della finalità agevolatrice perseguita dal compartecipe, pur in assenza di un dolo specifico in tal senso. La presunzione di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. opera anche in presenza di un contributo occasionale e non continuativo dell'indagato a vantaggio dell'associazione mafiosa, purché emerga la consapevolezza e la volontà di far parte del sodalizio, condividendone le finalità e le logiche operative. Dichiarazioni unilaterali e prive di riscontri concreti, volte a prospettare un effettivo e radicale distacco dal gruppo criminale, non sono idonee a superare tale presunzione, ove il compendio indiziario evidenzi il perdurante inserimento dell'indagato nell'ambito dell'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRICCHETTI Renato Giusep - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. GIORGI Maria S. - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza del 16/09/2020 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Massimo Ricciarelli;
udite la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Dall'Olio Marco, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento…

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