La revoca dell'indulto concesso ai sensi della Legge n. 241 del 2006 è legittima qualora, nel quinquennio dalla sua entrata in vigore, il beneficiario sia stato condannato per un nuovo reato, anche se la sentenza di condanna non è espressamente indicata nell'ordinanza di revoca, purché siano comunque desumibili dall'ordinanza stessa gli elementi essenziali per verificare la sussistenza della causa di revoca, come la data di commissione del reato e il riferimento al provvedimento di cumulo pene in cui sono contenuti i dati della condanna. In tali casi, la motivazione dell'ordinanza di revoca è adeguata, non essendo necessaria un'analitica indicazione di tutti i dati della sentenza di condanna, essendo sufficiente il richiamo agli elementi essenziali per consentire il controllo della legittimità del provvedimento. La revoca dell'indulto, pertanto, è legittima anche in assenza di una puntuale indicazione nell'ordinanza di tutti i dati della sentenza di condanna, purché siano comunque desumibili gli elementi necessari a verificare la sussistenza della causa di revoca prevista dalla legge.