Il possesso di un'arma comune da sparo, anche se ereditata e temporaneamente detenuta in modo improprio, integra il reato di detenzione illegale di arma, salvo che non ricorrano elementi concreti che giustifichino l'erronea convinzione dell'agente circa l'inidoneità dell'arma all'impiego, tale da escludere il dolo. La funzionalità dell'arma, accertata mediante perizia tecnico-balistica, esclude l'applicabilità dell'errore di fatto previsto dall'art. 47 c.p. e comporta la responsabilità penale del detentore, il quale è tenuto a denunciarne il possesso all'autorità competente, anche in caso di temporanea detenzione per lavori di ristrutturazione dell'abitazione ove l'arma era custodita. La concessione della sospensione condizionale della pena, pur rientrando nel potere-dovere del giudice di appello, può essere esclusa in presenza di precedenti penali ostativi, la cui valutazione è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, il cui giudizio negativo non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivato.