Il dolo alternativo, quale particolare manifestazione di dolo diretto, è compatibile con il delitto tentato di omicidio quando l'agente prevede e vuole, come scelte sostanzialmente equipollenti, la morte o il grave ferimento della vittima, essendo irrilevante che l'evento mortale non si sia verificato per cause indipendenti dalla sua volontà. L'aggravante del motivo futile, che presuppone una evidente ed oggettiva sproporzione tra movente ed azione delittuosa, è incompatibile con l'attenuante della provocazione, la quale richiede invece un rapporto di causalità psicologica tra l'offesa subita e la reazione violenta, anche in assenza di proporzionalità tra le stesse. Il mancato riconoscimento della diminuente della semi-infermità mentale è legittimo quando gli accertamenti medici escludono che il comportamento dell'imputato possa essere stato influenzato dalla mancata assunzione di farmaci, non essendo sufficiente la mera condizione di diabetico. L'aumento della provvisionale immediatamente esecutiva concessa alla parte civile, motivato con riferimento alla gravità delle lesioni subite, non è contraddittorio rispetto all'affermazione della non quantificabilità del danno, essendo quest'ultima riferita alla misura eccedente l'importo della provvisionale.