Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso i titoli abilitativi e il silenzio serbato dall'Amministrazione comunale sulla diffida del ricorrente, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'azione di annullamento dei titoli edilizi (S.C.I.A.) è inammissibile, in quanto la S.C.I.A. non costituisce provvedimento tacito direttamente impugnabile ai sensi dell'art. 19, comma 6-ter, della legge n. 241/1990. Inoltre, l'azione demolitoria risulta tardiva in relazione agli atti presupposti (delibera di Giunta comunale e autorizzazione paesaggistica), non essendo stata proposta entro il termine decadenziale previsto dalla giurisprudenza. 2. È invece fondata l'azione avverso il silenzio serbato dall'Amministrazione sull'istanza-diffida del ricorrente volta a sollecitare l'espletamento delle verifiche sulla S.C.I.A. Infatti, l'Amministrazione è tenuta a definire il relativo procedimento con un provvedimento espresso e motivato, ai sensi dell'art. 2 della legge n. 241/1990, in quanto l'autotutela si colora di doverosità quando è richiesta dal terzo che si assume pregiudicato dalla S.C.I.A. 3. Pertanto, il Tribunale ordina all'Amministrazione comunale di provvedere sull'istanza del ricorrente, con determinazione espressa e motivata, nel termine di trenta giorni.