Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7012 del 23 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:7012PEN

Massima

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Il contenuto lesivo di un articolo giornalistico, anche in assenza di espliciti riferimenti a fatti di corruzione, può essere desunto dal contesto complessivo della pubblicazione, qualora il raffronto tra i modesti vantaggi ottenuti da alcuni soggetti e i cospicui profitti realizzati da altri sia idoneo a suscitare nell'opinione pubblica l'impressione di un rapporto sinallagmatico tra le due circostanze, configurando così il reato di diffamazione a mezzo stampa. La reputazione di una persona può essere ulteriormente lesa anche quando risulti già in parte compromessa per altri motivi, essendo irrilevante, ai fini dell'affermazione della responsabilità, la quantità o la gravità dell'ulteriore lesione, valutabile semmai ai soli fini della determinazione della pena e della quantificazione del danno risarcibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LI. MA. , N. IL (OMESSO);

2) L. L. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 557/2007 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di SASSARI, del 07/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 3/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gabriele Mazzotta, che ha concluso per l'inammissibilita';

Udito, per la p…

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