Cassazione penale Sez. II sentenza n. 36007 del 7 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36007PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, nonché da elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, come la condotta violenta, l'uso di strumenti atti ad offendere, la professionalità e la destrezza dimostrate, senza che sia necessaria un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di misure cautelari diverse dalla custodia in carcere, essendo sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici, gli elementi che rendono la misura prescelta la più adeguata ad impedire la prosecuzione dell'attività criminosa. L'esigenza di tutela della collettività deve ritenersi prevalente sull'interesse dell'indagato al mantenimento del posto di lavoro, mentre la volontà di risarcire il danno, in quanto manifestazione di intenti, non assume rilievo ai fini della scelta della misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Maria - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. CA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 801/2010 TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA, del 19/05/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. PASSACANTANDO Guglielmo che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

Il Tribunale della liberta' di Bologna, con ordinanza in data 20 maggio 2010, confermava l'ordi…

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