Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41369 del 23 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41369PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando la violenza o la minaccia si esplicano in modo contemporaneo all'atto del pubblico ufficiale, non essendo sufficiente che la condotta violenta o minacciosa sia successiva all'ordine impartito dal pubblico ufficiale. Tuttavia, ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che l'attività del pubblico ufficiale sia stata impedita o ostacolata, essendo sufficiente che l'imputato abbia deliberatamente contrastato l'esercizio delle funzioni istituzionali, anche se in concreto il pubblico ufficiale abbia potuto comunque portare a termine il proprio intervento. L'elemento soggettivo del reato di resistenza è integrato dalla coscienza e volontà dell'imputato di impedire l'attività del pubblico ufficiale, a prescindere dalla effettiva realizzazione di tale scopo. Pertanto, il reato di resistenza a pubblico ufficiale sussiste anche quando l'imputato, pur avendo inizialmente obbedito all'ordine impartito, successivamente si sia scagliato con violenza contro il pubblico ufficiale, purché tale condotta sia stata posta in essere in prossimità dell'atto di servizio e in connessione con esso. La notifica della citazione per il giudizio di appello, se non eseguita personalmente all'imputato, può essere validamente effettuata al difensore ai sensi dell'art. 161, comma 4, c.p.p., senza che ciò determini una nullità insanabile del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. Ma. , nato a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza in data 10/12/2007 della Corte di Appello di Trieste;

esaminati gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA D…

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