Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44128 del 2 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:44128PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che abusi del proprio accesso al sistema informatico per rivelare informazioni coperte dal segreto d'ufficio e compiere attività di cancelleria a favore di professionisti, dietro compenso, commette gravi reati contro la pubblica amministrazione, quali l'accesso abusivo a sistema informatico, la rivelazione di segreti d'ufficio e la falsità ideologica. Tuttavia, il venir meno dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti di alcuni coindagati, nonché il trasferimento del dipendente infedele ad altro ufficio, possono escludere il pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, determinando l'insussistenza dei presupposti per il mantenimento della misura cautelare, anche in relazione all'esigenza cautelare di cui all'art. 274, comma 1, lett. a) c.p.p. Pertanto, in tali casi, il giudice può disporre l'annullamento della misura cautelare, pur in presenza di gravi indizi di colpevolezza, qualora ritenga superati i pericoli che ne avevano giustificato l'applicazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma;
avverso la ordinanza del 2/07/2015 del Tribunale del riesame di Roma;
nel procedimento contro:
(OMISSIS) e (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Ersilia Calvanese;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale CANEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito per (OMISSIS), l'avv. (OMISSIS) …

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