Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità non può esaminare questioni non dedotte con i motivi di appello, in quanto il ricorso per cassazione è inammissibile ai sensi dell'art. 606, comma 3, c.p.p. Pertanto, il giudice di appello non è tenuto a pronunciarsi su profili non dedotti con i motivi di impugnazione, essendo precluso al giudice di legittimità valutare tali aspetti non devoluti alla sua cognizione. Il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato, che vincola il giudice di appello, comporta che questi non possa esaminare questioni non sollevate con i motivi di gravame, pena l'inammissibilità del successivo ricorso per cassazione avverso la sentenza d'appello. Il giudice di legittimità, infatti, non può sindacare aspetti non rientranti nell'ambito della devoluzione operata con l'impugnazione, dovendo limitarsi a valutare esclusivamente le questioni effettivamente sottoposte al suo esame.