Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittima difesa, quale causa di giustificazione dell'omicidio volontario, richiede la sussistenza di specifici requisiti, ossia l'attualità del pericolo di un danno grave alla persona, la necessità della difesa e la proporzionalità tra l'offesa e la difesa. Tali condizioni devono essere valutate dal giudice sulla base di un giudizio ex ante, tenendo conto di tutti gli elementi concreti della situazione. Anche qualora il soggetto passivo abbia tenuto precedentemente condotte minacciose e violente, l'imputato non può invocare la legittima difesa se, in assenza di un pericolo attuale e non altrimenti evitabile, ha scelto di armarsi e di reagire con l'uso di un'arma da fuoco, dimostrando così l'intenzione di liberarsi definitivamente dell'aggressore, anziché di difendersi. Inoltre, la legittima difesa domiciliare, prevista dall'art. 52 c.p., comma 3, presuppone che il luogo in cui avviene l'offesa sia effettivamente equiparabile agli spazi in cui si svolge l'attività commerciale, non potendosi ricomprendere in tale nozione la semplice pertinenza di un veicolo adibito alla vendita ambulante.