L'obbligo di notifica alla persona offesa dell'istanza sulla libertà proposta dall'imputato, previsto dall'articolo 299 c.p.p., non si estende all'appello che egli abbia proposto, ex articolo 310 c.p.p., avverso il rigetto della richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare, in quanto tale onere non è previsto da alcuna norma di legge. Tale disciplina è funzionale a consentire alla persona offesa di offrire un contributo conoscitivo al giudice chiamato a decidere sulla richiesta di revoca o sostituzione in melius della misura, ma non è prevista per l'appello, a maggior ragione nel caso di appello proposto avverso un'ordinanza che ha già aggravato la posizione cautelare dell'indagato ai sensi dell'articolo 276 c.p.p., situazione in cui non vi è esigenza da parte della persona offesa di offrire al giudice un contributo per "prevenire" e impedire un miglioramento dello stato cautelare dell'indagato. Pertanto, l'inosservanza dell'obbligo di notifica alla persona offesa dell'appello proposto dall'imputato avverso l'ordinanza di aggravamento della misura cautelare non determina l'inammissibilità dell'impugnazione.