Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36260 del 17 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:36260PEN

Massima

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Il diritto di libera espressione del pensiero e di critica, costituzionalmente tutelato, non scrimina condotte intimidatorie e minacciose nei confronti di una persona offesa, anche se espresse con toni forti e aspri, qualora tali condotte siano idonee a turbare gravemente la serenità della vittima, richiamando e prospettando il compimento di azioni violente già subite in precedenza. Il reato di minaccia sussiste quando gli scritti e i simboli diffusi, pur non prospettando un male determinato, evocano in modo chiaro e inequivocabile il timore di una reiterazione di atti violenti già commessi in passato nei confronti della persona offesa, integrandone così gli estremi. Ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 339 c.p., non è necessario che i fatti siano posti in essere in presenza della persona offesa, essendo sufficiente che siano commessi da più di dieci persone.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/07/2019 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di BOLZANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione s…

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