Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40092 del 27 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:40092PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La partecipazione all'associazione mafiosa, ai fini dell'applicazione della relativa fattispecie incriminatrice di cui all'art. 416-bis c.p., non richiede necessariamente l'accettazione formale di un ruolo all'interno dell'organizzazione criminale, essendo sufficiente la messa a disposizione del soggetto e la sua concreta integrazione nell'associazione, desumibile anche dalla sola frequentazione e dai contatti con gli altri membri del sodalizio, a prescindere dalla conoscenza del ruolo ricoperto da ciascuno di essi. Inoltre, l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 può ritenersi sussistente anche in assenza di una prova specifica che il reato sia stato commesso nell'interesse di Cosa Nostra, essendo sufficiente l'accertamento dell'appartenenza dell'agente all'associazione mafiosa. Pertanto, ai fini della configurabilità del delitto di partecipazione ad associazione mafiosa e dell'applicazione della relativa aggravante, non è necessario che l'indagato abbia formalmente accettato un ruolo all'interno dell'organizzazione criminale, essendo sufficiente la sua messa a disposizione e la concreta integrazione nell'associazione, desumibile anche dalla semplice frequentazione e dai contatti con gli altri membri del sodalizio, a prescindere dalla conoscenza del ruolo ricoperto da ciascuno di essi; inoltre, l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 può ritenersi sussistente anche in assenza di una prova specifica che il reato sia stato commesso nell'interesse di Cosa Nostra, essendo sufficiente l'accertamento dell'appartenenza dell'agente all'associazione mafiosa. Il giudizio di legittimità sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza si limita a verificare la congruenza della motivazione del provvedimento impugnato rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto, senza possibilità di una nuova valutazione delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Palermo, in data 13 novembre 2012, di rigetto dell'istanza di riesame avverso l'ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Palermo, in data 12 ottobre 2012, di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere;

Visti gli atti, l'ordinanza denunziata e il ricorso;

Sentita in camera di consiglio la relazione svolta dal consigliere dott. Franco Fiandanese;<…

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