Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10484 del 23 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10484PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato dal giudice in modo concreto ed attuale, sulla base di elementi specifici e circostanziati, che dimostrino l'elevata probabilità di commissione di ulteriori illeciti della stessa specie. Il mero decorso del tempo dall'applicazione della misura e l'osservanza della stessa da parte dell'indagato non sono di per sé sufficienti a escludere tale pericolo, dovendo il giudice verificare se siano intervenuti nuovi fatti o circostanze tali da modificare il quadro cautelare originariamente delineato. In particolare, la gravità del fatto, le modalità della condotta delittuosa, la disponibilità di somme di denaro di dubbia provenienza e il comportamento tenuto dall'indagato prima dell'arresto, come il continuo andirivieni di persone presso la sua abitazione, possono costituire elementi idonei a giustificare il perdurare del pericolo di recidiva, in assenza di elementi concreti che ne dimostrino il venir meno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. CORBETTA Stefano - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/11/2018 del Tribunale della liberta' di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dpott. Stefano Corbetta;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Fimiani Pasquale, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con l'impugnata ordinanza, il Tribunale della Liberta&…

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