Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso la variante al Piano Regolatore Generale del Comune di Venezia, ha affermato il principio secondo cui la sopravvenuta mancata attuazione delle previsioni urbanistiche impugnate, unitamente alla corretta interpretazione dello strumento urbanistico vigente che non contempla più tali opere, determina la sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, rendendo il ricorso improcedibile. Tale principio si fonda sulla considerazione che le opere previste dalla variante, consistenti nella realizzazione di un canale artificiale, un viale alberato, una darsena e la soppressione di gran parte della via Ca' Marcello con l'abbattimento di edifici e la delocalizzazione di attività economiche, devono essere qualificate come "interventi strategici per il miglioramento e lo sviluppo del sistema infrastrutturale della città", rientranti pertanto nel contenuto tipico del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) previsto dalla legge regionale. Tuttavia, il P.A.T. approvato dal Comune di Venezia nel 2014 non annovera tali previsioni tra gli interventi strategici per il sistema infrastrutturale, confermando l'assenza di interesse del ricorrente all'impugnazione della variante ormai priva di concreta attuazione. Il Tribunale, pertanto, ha ritenuto di dover dichiarare il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, compensando integralmente le spese di giudizio tra le parti in considerazione delle peculiarità della controversia e della risalenza delle vicende che vi hanno dato origine.