Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9323 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9323PEN

Massima

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L'ingresso violento e forzato nell'abitazione altrui, anche se inizialmente non preceduto da effrazione, integra il reato di violazione di domicilio qualora l'autore, attraverso l'uso della forza fisica, superi la resistenza opposta dalla vittima e causi danni materiali e morali, violando così il diritto alla riservatezza e all'inviolabilità del domicilio. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'accertamento della violazione di domicilio non richiede necessariamente la forzatura iniziale della porta di ingresso, essendo sufficiente che l'autore, attraverso l'uso della forza fisica, superi la resistenza della vittima e causi danni materiali e morali, violando così il diritto alla riservatezza e all'inviolabilità del domicilio. Pertanto, anche qualora l'ingresso nell'abitazione non sia preceduto da effrazione, ma sia comunque ottenuto con l'uso della forza fisica in danno della vittima, si configura il reato di violazione di domicilio, in quanto l'elemento essenziale è la violazione del diritto alla riservatezza e all'inviolabilità del domicilio, a prescindere dalle modalità di accesso. La sentenza sottolinea inoltre che tale condotta integra non solo un danno patrimoniale, ma anche un danno non patrimoniale, consistente nello stato di ansia, sofferenza morale e umiliazione inflitti alla vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BEVERE Anton - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2710/2009 CORTE APPELLO di ANCONA, del 14/07/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 14.7.2011, la corte di appello di Ancona ha confermato la sentenz…

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