Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36183 del 27 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:36183PEN

Massima

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Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può confermare la pena applicata in primo grado, ribadendo il giudizio di equivalenza tra le circostanze residue, purché tale determinazione sia adeguatamente motivata. L'eliminazione di una circostanza aggravante, come la recidiva, non comporta automaticamente una riduzione della pena, in quanto il giudice può legittimamente bilanciare le attenuanti e le aggravanti residue in modo da confermare la medesima sanzione, senza incorrere nel divieto di reformatio in pejus. Il processo di determinazione della pena non attribuisce all'imputato un diritto alla reformatio in melius, essendo rimesso alla discrezionalità del giudice il bilanciamento delle circostanze al fine di individuare la sanzione ritenuta equa ed adeguata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. in (OMISSIS);

avverso la sentenza Corte di Appello di Bari n. 1046/2013 del 22/03/2013;

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto PG, dott. D'ANGELO G., che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

sentito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l…

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