Il diritto di satira, quale modalità di manifestazione dell'opinione attraverso l'uso di espressioni paradossali e ironiche, non giustifica l'attribuzione gratuita di fatti disonorevoli e l'attacco diretto ai valori fondamentali della persona offesa. Pertanto, l'esercizio di tale diritto trova un limite invalicabile nel rispetto della reputazione altrui, non potendo essere utilizzato come pretesto per offendere ingiustificatamente la dignità e l'onore di un soggetto. La valutazione circa il superamento di tale limite deve essere effettuata in concreto, tenendo conto del contesto in cui le espressioni satiriche sono state utilizzate, della loro idoneità a ledere i valori intrinseci della persona, nonché della finalità perseguita, al fine di accertare se l'esercizio del diritto di satira sia stato strumentale all'offesa della reputazione altrui, sconfinando così dai confini del suo legittimo esercizio.