Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Milano sentenza n. 1028 del 2024

ECLI:IT:TARMI:2024:1028SENT

Massima

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Il diniego di rilascio del titolo abilitativo alla guida per insussistenza dei requisiti morali di cui all'art. 120, comma 1, del codice della strada, non configura esercizio di discrezionalità amministrativa, ma attività vincolata di mero accertamento di dati univoci, in quanto la valutazione dei presupposti ostativi al rilascio è stata effettuata preventivamente dal Legislatore. Pertanto, la posizione giuridica azionata dal privato che aspira a conseguire la patente di guida deve essere ricondotta ad una situazione di diritto soggettivo, la cui cognizione spetta al giudice ordinario e non al giudice amministrativo. La verifica della sussistenza, in capo al privato, dei requisiti morali richiesti dalla legge per il rilascio della patente di guida non implica alcuna ponderazione comparativa di interessi pubblici e privati, né scelta in ordine all'an, al quando, al quomodo o al quid del provvedimento da adottare, essendo la valutazione stata compiuta in via preventiva dal Legislatore, il quale ha reputato ostative al rilascio della patente di guida determinate condizioni soggettive. Pertanto, il diniego di rilascio del titolo abilitativo per carenza dei requisiti morali di cui all'art. 120, comma 1, del codice della strada, non configura esercizio di discrezionalità amministrativa, ma attività vincolata di mero accertamento di dati univoci, rispetto alla quale si configurano posizioni giuridiche aventi la consistenza di diritto soggettivo, la cui cognizione spetta al giudice ordinario e non al giudice amministrativo. La giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha chiarito che, quando si controverte sul diniego di rilascio della patente di guida per carenza dei requisiti morali richiesti dall'art. 120, comma 1, del codice della strada, la posizione giuridica azionata deve essere ricondotta ad una situazione di diritto soggettivo, che non affievolisce di fronte all'esercizio di un potere sostanzialmente ricognitivo dell'esistenza dei presupposti cui la legge condiziona il rilascio del titolo. Di conseguenza, il principio per cui il riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo deve compiersi in base alla domanda fa sì che la cognizione della lite resti necessariamente riservata al giudice ordinario. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 152/2021, ha escluso che le ragioni che hanno comportato il superamento dell'automatismo della revoca prefettizia siano pedissequamente riferibili al diniego del titolo abilitativo di cui all'art. 120, comma 1, del codice della strada, rilevando che tale diniego riflette una condizione ostativa che, diversamente dalla revoca del titolo, opera a monte del suo conseguimento e non incide su alcuna aspettativa consolidata dell'interessato.

Sentenza completa

Pubblicato il 08/04/2024

N. 01028/2024 REG.PROV.COLL.

N. 01445/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1445 del 2021, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avvocato Simona Ceretta, con domicilio eletto presso il suo studio in Milano, corso XXII Marzo 25;

contro

Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Ufficio Provinciale Motorizzazione Milano, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura dello Stato, domiciliata in Milano, via Freguglia, 1;

per l'annullamento

- del provvedimento di diniego di rilascio del titolo abilitativo alla guida, prot. -OMISSIS-1 del 9 luglio 2021;

- di tutti gli atti…

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