La violenza sessuale su minore, anche se non accompagnata da rapporto sessuale completo, integra il reato di violenza sessuale consumata, essendo sufficiente il contatto fisico con parti erogene del corpo del minore per suscitare la concupiscenza sessuale dell'agente, anche se per un breve lasso di tempo. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella determinazione della pena, purché adeguatamente motivi la sua decisione tenendo conto della gravità dei fatti, della vulnerabilità delle vittime e di ogni altro elemento rilevante ai sensi dell'art. 133 c.p., senza che assuma rilievo determinante l'assenza di precedenti penali o il riconoscimento di turbe sessuali da parte dell'imputato. La motivazione della sentenza di appello, che si salda con quella di primo grado, è sufficiente a giustificare la condanna, ove le dichiarazioni delle parti lese, confortate da altri elementi di prova, siano ritenute attendibili dal giudice.