Il giudice di legittimità, nel confermare la condanna dell'imputato per il reato di lesioni volontarie gravi, afferma che la valutazione della credibilità e attendibilità della persona offesa e dei testimoni da parte del giudice di merito deve essere adeguatamente motivata, anche in presenza di eventuali discrasie o contraddizioni nel loro racconto, purché queste non siano tali da inficiare in modo decisivo l'accertamento dei fatti. Inoltre, l'utilizzazione di atti processuali acquisiti al fascicolo per finalità diverse dalla prova dei fatti (come la querela ai fini della procedibilità) non comporta necessariamente la loro inutilizzabilità ai fini della decisione, qualora il giudice si sia fondato sulle dichiarazioni rese nel dibattimento. Infine, l'acquisizione e l'utilizzazione di una perizia disposta in un diverso procedimento penale, nonché l'audizione del relativo perito ai sensi dell'art. 507 c.p.p., sono ammissibili purché nel rispetto del contraddittorio e senza che ne sia stata dedotta la decisività ai fini della decisione.