Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8998 del 27 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:8998PEN

Massima

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Il falso in dichiarazioni sull'identità personale, anche con riferimento a luogo e data di nascita, integra il reato di cui all'art. 495 c.p. anche in assenza di finalità specifiche, essendo sufficiente l'intento di indurre in errore l'autorità pubblica sull'effettiva identità dell'agente. Tale condotta, unitamente all'utilizzo di plurimi alias, costituisce prova del dolo del reato, non potendo essere giustificata da mere incomprensioni o errori di trascrizione da parte del pubblico ufficiale. La Corte di merito è tenuta a valutare compiutamente l'intero compendio probatorio, senza omettere elementi rilevanti ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, fornendo una motivazione rafforzata in caso di riforma della pronuncia di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI PALERMO;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 5/2/2016 della Corte d'appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per l'annullamento con rinvio de…

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