Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12889 del 6 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:12889PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato non richiede la convergenza psicologica sull'evento finale perseguito da un altro concorrente, essendo sufficiente che il contributo apportato sia stato prestato con consapevole volontà di contribuire, anche solo agevolandola, alla commissione del delitto. L'unitarietà del "fatto collettivo" realizzato si verifica quando le condotte dei concorrenti risultino, con giudizio di prognosi postuma, integrate in un unico obiettivo, perseguito in varia e diversa misura dagli agenti. L'interpretazione del linguaggio adoperato dai soggetti intercettati, anche quando sia criptico o cifrato, costituisce questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito, la quale, se risulta logica in relazione alle massime di esperienza utilizzate, non può essere sindacata in sede di legittimità se non nei limiti della manifesta illogicità e irragionevolezza della motivazione. Nei reati di danno a forma libera, come la rapina, la desistenza volontaria può aver luogo solo nella fase del tentativo incompiuto e non è configurabile una volta che siano posti in essere gli atti da cui origina il meccanismo causale capace di produrre l'evento, rispetto ai quali può, al più, operare la diminuente per il recesso attivo. La circostanza attenuante della partecipazione di minima importanza al reato (art. 114 c.p.) è configurabile solo quando l'apporto del concorrente abbia assunto una importanza obiettivamente minima e marginale, ossia di efficacia causale così lieve rispetto all'evento da risultare trascurabile nell'economia generale dell'iter criminoso. La sentenza di appello si salda con quella precedente per formare un unico complessivo corpo argomentativo, quando le due decisioni di merito concordino nell'analisi e nella valutazione degli elementi di prova posti a fondamento delle rispettive decisioni e, a maggior ragione, quando i motivi di appello non abbiano riguardato elementi nuovi, ma si siano limitati a prospettare circostanze già esaminate e ampiamente chiarite nella sentenza di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matil - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SARACO Anton - Consigliere

Dott. MONACO Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sulla richiesta proposta da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/01/2020 della CORTE DI APPELLO DI POTENZA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. PEDICINI Ettore, che ha chiesto l'inammissibilita' dei ricorsi;
lette le conclusioni del difensore di (OMISSIS) avv. (OMISSIS…

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